Chiunque abbia avuto a che fare
con la sperimentazione teatrale negli anni Settanta e dintorni ha
avuto a che fare anche con una sedia. La sedia e la "ricerca
d’identità": quasi parole d’ordine, segni
di riconoscimento di un intero mondo e modo espressivo, sensibile
alle voci di Meredith Monk e di Cathy Berberian...
Tane ha resistito a lungo. Grazie al trasformismo di Mela
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questo piccolo spettacolo si è adattato di volta in volta a un pubblico
di adulti o di bambini, a spazi scenici tradizionali o inconsueti,
conservando in ogni circostanza la sua valenza emozionale a dispetto
di un linguaggio sempre più rétro.
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con Mela Tomaselli
regia di Mara Cantoni
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(...)
La musica rappresentava forse un ricordo lontano, un qualcosa che
le dava sicurezza, la rendeva piena di vita, la rallegrava. (...)
Nadia , Classe I C
A me con quei gesti, con quel modo di fare, ha messo in me l’ispirazione
di una sua infantilità (...) Ma ad un tratto come per magia
si sveglia dal passato e si accorge che era già passato.
Fabio, Classe I C
(...) Quando è terminato lo spettacolo mi sono sentita felice
e affascinata da quella donna che trasmetteva le sue sensazioni
solo e unicamente con i movimenti, forse meglio di noi a parole.
Laura , Classe II C |
(...)
A me mi piacerebbe rivederlo uno spettacolo simile a questo perché
mi è piaciuto tanto (...)
Alessandro, Classe I C
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Al teatro-danza ho dedicato,
anni più tardi, dei laboratori • |
Una donna che contiene
molte donne. Un essere che si cerca. L’inquietudine crescente,
la molteplicità delle sue voci, il bisogno di espansione
la spingono fuori dal guscio verso l’avventura del proprio
riconoscimento.
La donna che contiene molte donne esce allo scoperto e incontra
alcune delle sue essenze, in un percorso che coinvolge la femminilità
e l’infanzia, il desiderio e il ricordo e l’immaginario.
Isole interiori visitate con dolcezza e ironia ma con insopprimibile
slancio vitale, mentre l’identità sfugge di continuo...
Il linguaggio primario dello spettacolo è la danza, una gestualità
che da un lato asseconda l’improvvisazione, dall’altro
segue un preciso tracciato drammaturgico. Le fa da supporto una
variegata “colonna sonora”: voci femminili o suoni naturali
evocano o vengono evocati, non tanto come pura occasione di movimento
quanto come temi interni allo spettacolo. |
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