Wagner
mito, racconto, musica

la Tetralogia di Ronconi e Pizzi a Firenze





Un racconto ha inizio e già contiene la sua fine: tutto sempre ritorna. Gli eventi che accadranno andranno a disporsi uno dopo l’altro, irriducibilmente, sulla linea continua della narrazione; ma questa stessa linea, che parrà correre dritta avanti, si curverà invece lentamente, fino a ricongiungersi con il punto di partenza: così si flette la linea che disegna un cerchio. Colui che racconta vede intero il disegno, conosce la fine: punto per punto, tratto per tratto, ripercorre quel cammino circolare.


 
Dopo tanti anni, questo libro smilzo e compatto, edito da Musica Viva/N.I.M., mi appare come qualcosa di ermetico, da cui solo traspare il segno forte di un’emozione stratificata, di un’avventura della conoscenza, di una lezione indimenticabile di teatro in musica e più.



Dopo tanti anni, questo libro è ancora letto o consultato in qualche angolo del mondo (gli Istituti di Cultura di Vancouver e di Barcellona, per esempio) o nel silenzio di qualche biblioteca (a Milano, la Sormani e la Triennale).

Questo libro non è soltanto il risultato di un’esperienza totalizzante, ma anche una testimonianza concreta, ancorché sui generis, di un Ring che è stato e resterà importante nella storia della messinscena wagneriana.
È un libro da leggere. Chi conosce la Tetralogia può trovare spiegato che cosa è stata questa interpretazione e perché. Chi non la conosce può tranquillamente leggere la bella storia d'un rito teatrale di pericoloso eroismo, di musica sublime, di abbagliante sacrificio, come un fatto di cultura, un oggetto da indagare, una favola, una realtà.

(dalla prefazione
di Lorenzo Arruga)

In relazione a questo allestimento, sono stata chiamata a dare qua e là dei contributi, tra i quali ricordo quello al Politecnico di Milano, all'interno di un articolato seminario. Di queste lezioni non mi resta traccia. Riporto invece altri scritti su Luca Ronconi e su Richard Wagner.