Un'installazione
dalla lunga storia.
Peregrinazioni di singoli pezzi
o piccoli gruppi, in una
continua scomposizione e
ricomposizione dei linguaggi.
Pause di riflessione
o semplici lievi soste.
Il debutto al Ravenna Festival,
nella Sala Dantesca
della Biblioteca Classense •
e, con un salto decennale,
a Milano, Palazzo Reale •
Un viaggio che
non si è ancora concluso.
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In assenza dell'uomo le cose cosa sono? Forme inerti, impronte lasciate nel solco della storia o figure pulsanti dell'immaginario? In particolare un pianoforte senza pianista cosa fa? Aspetta, medita, evoca, semplicemente sta? E dell'uomo ha nostalgia?
In quarantacinque fotografie in bianco e nero, pianoforti
variamente ambientati, guardati da prospettive inedite, si
rivelano creature a tratti inquietanti, quasi sempre misteriose.
Testi scritti affiancano le immagini, infondendovi una sorta
di animismo evocativo e strampalato: sono brevi storie, dialoghi,
versi poetici o commenti paradossali dove la dimensione fantastica
si intreccia a riferimenti musicali e letterari.
L'ambientazione sonora trae dal pianoforte la voce più inedita
e interiore e trasforma il percorso visivo, traducendo le
parole scritte in infinite sonorità in dialogo con le immagini.
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Editoriale 2019 •
Estratti dal video •
Origine e scrittura dei testi:
una riflessione postuma •
Immagine-testo-suono:
appunti sull’interazione •
Per vedere leggere ascoltare
altri pianoforti •
e •
Una performance per Outis
alla Triennale di Milano
Un seminario allo IED •
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